A sedici anni dal suo debutto (Premio UBU 2002 come miglior spettacolo di teatro danza) la performance è stata riadattata per i nuovi spazi del Centro Pecci in collaborazione col Teatro Metastasio e presentata in anteprima per l’inaugurazione della mostra "Il museo immaginato. Storie da trent'anni di Centro Pecci" (21 settembre 2018) e riattivata ogni settimana il venerdì e la domenica fino al 21 ottobre 2018.
< OTTO > ha vinto il premio UBU prima del suo debutto nel 2002. Forse non tutti lo sanno, ma l'anno in cui gli fu assegnato il premio, Kinkaleri era in giro con gli studi del lavoro, sperimentando di volta in volta nuovi materiali di scena che venivano assemblati come in un montaggio cinematografico, sequenza dopo sequenza. Il debutto avvenne il 16 gennaio 2003. Kinkaleri ha ripreso e riportato in scena un lavoro nella necessità di capire cosa ci sia ancora di vero in uno spettacolo che navigava nel vuoto, facendo del crollo l'emblema di una nuova era. < OTTO > non ritorna come ogni repertorio che abbia un motivo per resistere al tempo, < OTTO > è stato riproposto per domandare ancora.
Progetto, realizzazione
Kinkaleri / Matteo Bambi, Luca Camilletti, Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco, Cristina Rizzo
con Filippo Baglioni, Chiara Bertuccelli, Andrea Sassoli e Mirco Orciatici
produzione KLm / Kinkaleri
in collaborazione con Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Teatro Metastasio /
ContemporaneaFestival, spazioK.Kinkaleri
con il sostegno di Regione Toscana, Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello
spettacolo
Riprese: Maria Teresa Soldani e Mario Albanese Pereira
Montaggio: Mario Albanese Pereira
WEB TV / PECCI CONTEMPORARY
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Ren Hang. Nudi | intervista a Cristiana Perrella
Ren Hang. Nudi
a cura di Cristiana Perrella
04 giugno —30 agosto 2020
Esplicito ma anche poetico, il lavoro dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è esposto per la prima volta in Italia con una selezione di 90 fotografie, accompagnate da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro. Ren Hang è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle. Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose, che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo pure, permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche. I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).
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Maciste Contro Tutti 1992-2017
La mostra Maciste contro tutti racconta il passaggio dai CCCP ai CSI: morte, trasformazione, rinascita.
Si parte da Epica Etica Etnica Pathos con la serie delle foto di Luigi Ghirri usate a corredo iconografico del disco. C’è Attilio, Il basso di Gianni Maroccolo, presente in quella copertina e protagonista nell’ultimo anno di una singolare campagna di crowdfunding.
Il cuore dell’esposizione riguarda la serata del 18 settembre 1992, con la serie dei manifesti, i comunicati stampa ed un’ampia documentazione fotografica dell’evento, incluso il progetto dell’allestimento scenico ad opera di Mariano De Tassis e il materiale inerente al disco dal vivo che uscì l’anno successivo, la cui riedizione in vinile è annunciata in questi giorni.
Il Consorzio Suonatori Indipendenti continua la propria storia registrando il nuovo disco in Bretagna, là dove finisce la terra. Le foto scattate a Finistère raccontano la realizzazione di Ko De Mondo, che uscì nel 1994 e fu presentato in anteprima, ancora una volta, con un breve concerto nelle sale del Centro Pecci.
Montaggio: Maria Teresa Soldani
WEB TV / PECCI CONTEMPORARY
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