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UFO STORY. Dall'architettura radicale al design globale

WEB TV / PECCI VINTAGE



Il video racconta la mostra UFO STORY. Dall'architettura radicale al design globale, tenutasi al Centro Pecci nel 2012, attraverso le parole di Stefano Pezzato, curatore della mostra, e dell’artista Lapo Binazzi. Per la prima volta in Italia una mostra è stata dedicata alla storia degli UFO, gruppo d'avanguardia "radicale", tra architettura, azione, arte, design e comunicazione

Fondato a Firenze nel '67 da Carlo Bachi, Sandro Gioli, Lapo Binazzi, Riccardo Foresi, Titti Maschietto, Patrizia Cammeo, UFO ha adottato fin dall'inizio un atteggiamento dissacratorio e ironico nei confronti delle abitudini borghesi. Capitanato da Lapo Binazzi il gruppo ha assunto la semiologia teorizzata in quegli anni da Eco, docente di Decorazione alla Facoltà di Architettura di Firenze, come elemento fondante delle azioni nello spazio pubblico. 

 

Restate a casa, restate con noi!

 

Nella foto: Veduta della mostra UFO STORY. Dall'architettura radicale al design globale

Foto © Baldassare Amodeo

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Ren Hang. Nudi | intervista a Cristiana Perrella

Ren Hang. Nudi

a cura di Cristiana Perrella

04 giugno —30 agosto 2020

 

Esplicito ma anche poetico, il lavoro dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è esposto per la prima volta in Italia con una selezione di 90 fotografie, accompagnate da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro. Ren Hang è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle. Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose, che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo pure, permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche. I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).


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