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Bruno Munari. Giocare con l'arte a Prato – Laboratorio Liberatorio

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«Il gioco è la ricerca di un nesso fra l’originalità soggettiva e l’accettazione di una regola» diceva Bruno Munari

A distanza di trent’anni le proposte di Munari continuano a essere fertili e vitali. Seguendo i preziosi consigli dell’artista, in un video girato al Centro Pecci nel 1992, i bambini e le loro famiglie possono liberare la fantasia in un “laboratorio liberatorio”.

Nel 1988 Bruno Munari avvia e supervisiona il progetto Giocare con l’arte a Prato presso il Centro Pecci appena fondato, dove l’artista e designer dona anche l’idea progettuale per gli spazi dedicati alle attività educative. In parallelo alle proposte artistiche più avanzate presentate nel museo, nel 1992 Munari tiene il primo Laboratorio liberatorio a Prato, pensato per bambini e adulti. 

«Il Laboratorio Liberatorio è un laboratorio plurisensoriale dove adulti e bambini possono manipolare molti materiali con diverse caratteristiche materiche, cromatiche, termiche, di peso, di forma, di struttura, e combinarle assieme in due o più pezzi, per formare qualcosa che non si sa cos’è. Questa operazione va condotta senza pensare prima che cosa si vuol fare, ma lasciandosi suggestionare dalle varie qualità dei materiali, dalle forme, dai colori, dal peso e dal tatto, nel modo più libero possibile. Questi materiali possono essere combinati per contrasto o per affinità…possono essere combinati per colore…per peso etc…Sempre senza pensare all’arte ma a un gioco, a una specie di ginnastica mentale che, grazie al caso, permetta combinazioni stimolanti per la fantasia.»

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Ren Hang. Nudi | intervista a Cristiana Perrella

Ren Hang. Nudi

a cura di Cristiana Perrella

04 giugno —30 agosto 2020

 

Esplicito ma anche poetico, il lavoro dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è esposto per la prima volta in Italia con una selezione di 90 fotografie, accompagnate da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro. Ren Hang è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle. Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose, che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo pure, permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche. I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).


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May 13—19, 2020
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May 07, 2020 5:30 PM—6:30 PM
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May 06—13, 2020
Talks / PECCI BOOKS
April 23—22, 2020
/ PECCI EXTRA
April 08—15, 2020

  • Tatjana Lightbourn, Correlate with the grey/Correlare con il grigio, performance tenuta il 28 settembre 2019, Hymmo Art Lab, Pratovecchio, Arezzo. 

     

    Foto © Alessandra Cinquemani

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