#CENTROPECCIEXTRA
Continua la serie di bandiere d’artista che sventolano fuori del Centro Pecci durante la sua chiusura. Dopo Shine di Marinella Senatore, In Dark Times We Must Dream With Open Eyes di Nico Vascellari, − · − (Kilo) di Marzia Migliora, Approssimazione di Eva Marisaldi, questa settimana è la volta di Zuppa Inglese Bandiera (Zuppa Inglese Flag), di Flavio Favelli. Vessillo di uno stato inesistente, che prende i suoi colori da un dolce della tradizione bolognese, rimanda alla memoria del passato per esorcizzare il presente.
«Ricordo che c’era una questione inglese in casa dai nonni materni e questo si capiva subito perchè l’unico piatto non bolognese che cucinava mia nonna era la carne all’inglese, il Roast-beef, il rosbif , come lo chiamava lei. Il riso al burro, o all’inglese, invece, non si faceva mai o se si faceva era perché qualcuno era malato e quindi non poteva rientrare nei piatti rispettabili, perché la faccenda del cibo era seria, in pratica si viveva per mangiare. E poi c’era la Zuppa inglese, dolce bolognese come il Fior di latte, e la Torta di riso, con tre strati: biscotti savoiardi bagnati nell’Alchermes, cioccolato e crema e come ogni famiglia tradizionale, mia nonna aveva la sua ricetta personale, tramandata in un quaderno. Nonostante il carattere ricco e grasso della cucina bolognese, quella di Tosca aveva qualcosa di netto, quasi minimale in un ambiente abbondante, ripieno e farcito; la Zuppa inglese di casa Landi Franchini era densa, compatta e decisa.»
(nota di Flavio Favelli).
Il lavoro di Flavio Favelli, fortemente radicato nel territorio da cui proviene e nella sua storia personale, propone la ricostruzione dell’immaginario della sua infanzia borghese nell’Italia degli anni Settanta, spesso resa attraverso la creazione di ambienti che rievocano il passato riassemblando armadi, tappeti, specchi, e oggetti d’antan di varia natura.
Nella foto: Flavio Favelli, Zuppa Inglese Bandiera (Zuppa Inglese Flag), 2020
bandiera in tessuto, 210 x 300 cm
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, courtesy dell’artista
Viale della Repubblica, 277, Prato