26.07.2018–16.09.2018
A cura di Elena Magini
Parte di Level 0, format di networking che vede la collaborazione con la fiera Art Verona, il Centro Pecci ha ospitato dal 26.07.2018 al 16.09.2018 "Luogo", progetto di Fabrizio Prevedello appositamente concepito per gli spazi del museo. Nel video è l'artista stesso a guidarci alla scoperta delle sue opere.
La ricerca scultorea di Prevedello, che vive e lavora alle pendici delle Alpi Apuane, è contraddistinta da una commistione tra materiali di produzione industriale - cemento armato, travi di ferro, lastre di vetro - e gli elementi canonici della scultura, tra cui emerge l’uso estensivo del marmo. Questa complessità interna del lavoro permette all'artista di portare alla luce una dimensione evocativa attribuibile sia ai materiali impiegati che alle forme in cui essi vengono trasposti. Per la mostra al Centro Pecci l’artista ha strutturato un percorso narrativo, dove le sculture si pongono in relazione una con l’altra, amplificando la struttura di senso interna ad ognuna.
Si tratta di opere recenti a cui viene conferito un valore ulteriore per via dell’inedita collocazione e per il dialogo che volutamente l’artista ha inteso creare tra un lavoro e l’altro. Il titolo della mostra, allusivo come spesso accade nella pratica dell’artista, si rifà ad una dimensione spazio-temporale sospesa e evanescente, così come alla molteplicità di significati attribuibile all'idea di luogo, tra spazio urbano, paesaggio naturale, dimensione materiale, ideale o storica. Le sculture presentate al Centro Pecci sono forme plastiche che si relazionano con la tradizione scultorea, che con la loro geometria e il loro cromatismo fanno eco all'architettura e ai suoi elementi strutturali, che si nutrono di opposizioni – il pieno e il vuoto delle forme, la pesantezza e leggerezza dei materiali, il loro essere al contempo transitorie e durevoli – offrendosi così allo spettatore come stratificazione di segni, immagini metaforiche capaci di generare una molteplicità di narrazioni possibili.
Riprese video:
Mario Albanese Pereira e Maria Teresa Soldani
Montaggio:
Mario Albanese Pereira