Sono trascorsi trent'anni dalla prima mostra che il Centro Pecci dedicò pionieristicamente alla scena artistica non-ufficiale sovietica sull'onda della Perestrojka: nella primavera del 1990, Artisti Russi Contemporanei, a cura di Amnon Barzel e Claudia Jolles, testimoniò l’euforia del momento e la nascita di un sentimento di timore verso il futuro. Nel 2019 il Centro Pecci inaugura The Missing Planet, mostra che integra le numerose opere dalla collezione del museo con altre provenienti da importanti collezioni e istituzioni italiane e internazionali, per comporre una galassia delle principali ricerche artistiche sviluppatesi nelle ex repubbliche sovietiche tra gli anni Settanta e oggi.
In occasione dell’opening della mostra Erik Bulatov (Sverdlovsk, Russia, 1933), tra i fondatori della scuola concettuale di Mosca, partendo dal riallestimento del suo murales Perestroika, in origine realizzato per Artisti Russi Contemporanei nel 1990 e oggi presente con una nuova forma in The Missing Planet, ci accompagna in un viaggio nel tempo tra l’URSS di allora e la vita di oggi.
«Che cos'è la Perestroika? È la ricostruzione di tutta la vita. L'essere umano vive e dipende dalle condizioni di vita in cui si forma la sua coscienza. E poi improvvisamente ci sono nuove condizioni, nuove opportunità. Si aprono all’improvviso nuovi orizzonti per il nostro pensiero.» Erik Bulatov
Foto © Alessandra Cinquemani
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