Anne e Patrick Poirier parlano della loro opera Exegi Monumentum Aere Perennius, l’imponente e luccicante colonna d’acciaio realizzata in occasione dell’inaugurazione del Centro Pecci e qui presentata durante la sua installazione nel 1988. Inossidabile come il metallo di cui è fatta eppure scomposta come se avesse subito un crollo, essa riporta sul basamento l’iscrizione: Exegi Monumentum Aere Perennius (“ho eretto un monumento più duraturo del bronzo”, frase tratta dall’"Ars Poetica" di Orazio) che sottolinea la volontà di potenza e l’aspirazione all'eternità e, allo stesso tempo, la condizione di fragilità e il destino di caducità insiti nella natura umana e nelle vicende ad essa collegate.
Il lavoro di Anne e Patrick Poirier si può assimilare, come ha indicato Rosalba Pajano, a quello di un “architetto-archeologo” impegnato in una corsa contro il tempo per salvare dall'oblio i reperti, i fondamenti culturali della nostra memoria collettiva. Si presenta inoltre come ricerca acronica di motivi poetici, di modelli reconditi (“l’Archetipo perduto” secondo la definizione degli artisti) scovati tra le rovine della storia e nell'incessante fluire del pensiero.
L'opera fu installata nel giardino del museo nel 1988 e inaugurata in occasione della prima mostra Europa oggi, curata dall'allora direttore Amnon Barzel.
Montaggio: Maria Teresa Soldani
Immagini di repertorio: Carlo Gianni e Filippo Sileci
Musica: Monplaisir