«Non si può mai prevedere cosa diventerà una raccolta. Da questo punto di vista io sono un collezionista abbastanza atipico: per esempio colleziono stoffe da utilizzare per fare dei disegni, colleziono cartoline e poi le trasformo in un multiplo o in grandi immagini su polistirolo, faccio duecentomila diapositive che sistemo in ordine nei raccoglitori e poi va a finire che quelle immagini le utilizzo per fare dei disegni, o mi metto a trattarle o a graffiarle. Queste raccolte a un certo punto si trasformano, diventano qualcos’altro e spesso questo è anche un modo per liberarsene...» Stefano Arienti.
L’intervista a Stefano Arienti è stata registrata in occasione della mostra Una scena emergente. Artisti italiani contemporanei curata da Amnon Barzel e da Elio Grazioli nel 1991, per presentare l’opera che sarebbe poi entrata nella collezione del Centro Pecci: Cartoline. Realizzata da Stefano Arienti tra il 1990 e il 1991, l’opera si compone di sessantacinque pannelli di polistirolo montati sui due lati di una struttura lignea e illuminati internamente da luci al neon. Ogni pannello presenta riproduzioni di opere d’arte e monumenti, vedute di paesaggi e illustrazioni tratte da cartoline e biglietti d’auguri, riunite sotto forma di una raccolta composita e personalizzata che riconsegna al visitatore una varietà di immagini conosciute e condivise.
Stefano Arienti, Cartoline, 1990-1991, foto Carlo Fei