«Il gioco è la ricerca di un nesso fra l’originalità soggettiva e l’accettazione di una regola» diceva Bruno Munari.
A distanza di trent’anni le proposte di Munari continuano a essere fertili e vitali. Seguendo i preziosi consigli dell’artista, in un video girato al Centro Pecci nel 1992, i bambini e le loro famiglie possono liberare la fantasia in un “laboratorio liberatorio”.
Nel 1988 Bruno Munari avvia e supervisiona il progetto Giocare con l’arte a Prato presso il Centro Pecci appena fondato, dove l’artista e designer dona anche l’idea progettuale per gli spazi dedicati alle attività educative. In parallelo alle proposte artistiche più avanzate presentate nel museo, nel 1992 Munari tiene il primo Laboratorio liberatorio a Prato, pensato per bambini e adulti.
«Il Laboratorio Liberatorio è un laboratorio plurisensoriale dove adulti e bambini possono manipolare molti materiali con diverse caratteristiche materiche, cromatiche, termiche, di peso, di forma, di struttura, e combinarle assieme in due o più pezzi, per formare qualcosa che non si sa cos’è. Questa operazione va condotta senza pensare prima che cosa si vuol fare, ma lasciandosi suggestionare dalle varie qualità dei materiali, dalle forme, dai colori, dal peso e dal tatto, nel modo più libero possibile. Questi materiali possono essere combinati per contrasto o per affinità…possono essere combinati per colore…per peso etc…Sempre senza pensare all’arte ma a un gioco, a una specie di ginnastica mentale che, grazie al caso, permetta combinazioni stimolanti per la fantasia.»
Foto © Alessandra Cinquemani
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