L’intervista a Vito Acconci è stata registrata in occasione della mostra a lui dedicata al Centro Pecci nel 1992 a cura di Amnon Barzel e incentrata principalmente su lavori legati all’idea di casa, che comprendono, oltre a video sculture, proposte per spazi pubblici e all’aperto, come Mobil Linear City del 1991, oggetti d’arredamento come Adjustable Wall Bra del 1990-91, o ispirati a forme organiche come Convertible Clam Shelter del 1990. In mostra anche i mobili fluorescenti di impronta minimalista e i letti della serie dei Multi-Bed del 1992, oggi parte della collezione del museo.
Poeta, body artist, performer e architetto, Vito Acconci (New York City, 1940–2017) si afferma tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta con azioni provocatorie di matrice concettuale e con opere video incentrate sull’investigazione di sé e sull’analisi delle relazioni fisiche, linguistiche e psicologiche con l’altro. Dall’esplorazione dell’incontro tra individuo e architettura, tra spazio privato e spazio pubblico, nascono anche i progetti elaborati a partire dal 1988 nello studio di architettura fondato dall’artista stesso a New York.
Vito Acconci, Multi-Bed #1, 1992
Foto © Federica Lazza
Foto © Alessandra Cinquemani
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