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Laboratorio per il riconoscimento del limite umano
Due opere video di TS Krypton pensate per la rete in tempi di pandemia

 

Un progetto di Teatro Studio Krypton

 

Laboratorio per il riconoscimento del limite umano” nasce da una riflessione su come l’arte, in questo momento storico di drammatica emergenza sanitaria, possa comunque lanciarci fuori dal silenzio e dall’isolamento dettati dalla necessaria, e protettiva, chiusura degli esseri umani nelle loro case. Quello che stiamo vivendo è un tempo sospeso nel quale riflettiamo sulle cose del mondo e su noi stessi; il tempo strano ed eccezionale del confinamento e del limite. È il limite che ci fa mettere a fuoco quel confine della natura fisica e mentale che l’uomo, pur ostinandosi, non può varcare. Ecco allora che il laboratorio, svoltosi con il coinvolgimento degli studenti di architettura, ha preso corpo dapprima dal romanzo “Moby Dick” di Herman Melville e successivamente da “Mi Fa Fame”, poemetto scritto da Giancarlo Cauteruccio. Due le condizioni dell’umano che le due opere portano alla luce: la prima è la caparbietà nel voler superare la natura da parte dell’uomo, che nel romanzo di Melville si manifesta nel personaggio di Acab, la seconda è l’opulenza e la conseguente solitudine della mente nella quale cade l’essere contemporaneo che, nell’impossibilità di un pensiero consapevole, precipita nell’accanimento sul proprio corpo. Da un lato il canto docile dell’animale in perfetta armonia con la natura, dall’altra la voracità del mangiare per sfuggire alla solitudine e agli accadimenti del mondo, in un precario equilibrio con la propria natura. Su queste considerazioni è stato sviluppato con gli allievi del laboratorio un percorso di studio sui due testi per comprendere, attraverso due atti creativi, le conseguenze che assaltano la nostra esistenza e che sono determinate da un rapporto malato tra uomo e natura
Così nascono le due opere video “Nel canto della balena bianca” e “Fame VR”, realizzate per la rete e quindi volutamente ambientate in spazi extrascenici. Il progetto si inserisce nel solco della costante ricerca di Krypton nei linguaggi della contemporaneità sempre improntata sul confronto fra teatro, arte, architettura e nuove tecnologie. Una vocazione, quella di Krypton, che ben si adatta alle criticità e alle modalità con le quali l'arte e lo spettacolo dal vivo si confrontano nel contemporaneo.

 

Il progetto, nato con l’intendo di realizzare un’opera complessa dal punto di vista tecnico grazie al contributo di Regione Toscana nell’ambito di Toscanaincontemporanea2020 con il Centro Pecci di Prato, nel corso del laboratorio si è sviluppato nei due percorsi di cui sopra che hanno portato alla realizzazione di due esperimenti con due diverse modalità: Nel canto della balena bianca per rispondere con la letteratura e la visualità dell’immagine digitale al binomio uomo-natura e FAME VR per ricorrere alla memoria creativa in questo momento difficile. 


Le sperimentazioni attuate nella creazione dei due video disegnano una linea di continuità nella scelta della compagnia di perseguire, fin dagli esordi, l’applicazione dei nuovi linguaggi, ed in particolare delle nuove tecnologie, alle arti sceniche. L’uso dello streaming e delle produzioni video risponde ormai ad una esigenza diffusa nella performing art e nell’arte in generale, obbligata dalla pandemia, che impone reali trasformazioni anche nel sistema delle arti, a dover riconsiderare le modalità dell’offerta culturale, inducendo grandi ripensamenti sul futuro e sul nostro modo di “essere al mondo”.

La performance di Giancarlo Cauteruccio “Nel Canto della Balena Bianca”, rivisitazione del romanzo Moby Dick di Herman Melville, ambientata nella cripta del Museo Marino Marini, è stata video ripresa in modalità HD ma senza il sistema a 360° per l'impossibilità tecnica che l'ambiente del museo ha presentato. Ma l'esperimento sul linguaggio del 360°, previsto inizialmente dal progetto, è stato spostato su un'opera aggiuntiva basata sul testo di Cauteruccio Mi fa fame, uno dei tre poemetti pubblicati in Panza, Crianza, Ricordanza. Tre pezzi dalla solitudine.
 

Sito web del progetto: 

www.teatrostudiokrypton.it