In conversazione con Włodek Goldkorn
La parola come arma di denuncia, il mestiere di scrivere come impegno civile, il racconto e la fiaba come difesa dei valori e dei diritti universali dell’uomo: l’uguaglianza, la fedeltà, l’amicizia, il rispetto per gli uomini e la natura. Lo scrittore Luis Sepúlveda, in dialogo con il giornalista Włodek Goldkorn, racconta il suo ideale di letteratura come ”missione”, presentando la sua ultima fiaba Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà (Guanda Editore, 2015).
Luis Sepúlveda, è nato in Cile nel 1949 e vive in Spagna, nelle Asturie. Ha iniziato giovanissimo la sua attività di scrittore. Nel 1969 vince il Premio Casa de Las Américas con la raccolta di racconti Crónicas de Pedro Nadie. Nei primi anni ’70 si dedica all’attività politica, punto di riferimento anche dei suoi scritti in quel periodo, divisi tra teatro, racconti e programmi radiofonici. Nel 1973 il colpo di stato e la dittatura del generale Pinochet lo costringono prima al carcere e poi, a partire dal 1977, all’esilio. Ha viaggiato a lungo in America Latina e nel resto del mondo, anche per conto dell’Unesco e di Greenpeace, lottando per i diritti dell’uomo e tematiche ecologiste. Ha ricevuto, tra gli altri, il premio France Culture Award Etrangère nel 1992, il Premio Internazionale Ennio Flaiano nel 1994, il Premio della Critica in Cile (2001) e il Taobuk Award for Literary Excellence a Taormina (2014). Tra i suoi romanzi: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Il mondo alla fine del mondo, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, L’ombra di quel che eravamo, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, L’avventurosa storia dell’uzbeko muto.
Saggista e giornalista di origini polacche, Włodek Goldkorn è stato fino al 2013 responsabile cultura del settimanale “l’Espresso”, periodico per cui ha lavorato prima come corrispondente da New York. Ha pubblicato saggi e libri sull’Europa Centrale, sulla questione ebraica e su Israele. Negli anni ’80 ha fondato e diretto i periodici sull’Europa Centrale e dell’Est “L’ottavo giorno” e “L’Europa ritrovata”. È co-autore con Assuntino Rudi del libro Il Guardiano. Marek Edelman racconta (Ellerio Editore, 1998) e con Massimo Livi Bacci e Mauro Martini del volume Civiltà dell’Europa Orientale e del Mediterraneo (Longo Angelo, 2001). Nel 2006 ha pubblicato La scelta di Abramo. Identità ebraiche e postmodernità (Bollati Boringhieri).
Serie di incontri a cura del giornalista Włodek Goldkorn con alcune delle personalità più importanti a livello nazionale e internazionale per i quali la guerra e i conflitti rappresentano una delle esperienze fondamentali, per analizzare le dinamiche culturali, sociali, antropologiche e geopolitiche di una società in cui la guerra ha ormai assunto molteplici forme e modalità.
Viale della Repubblica, 277, Prato
Ingresso
libero
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