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Cantieri Aperti

 

 

Cantieri Aperti è un progetto transdisciplinare sulle arti e la cultura ideato dal gruppo teatrale Semi Cattivi, diretto da Franco Rossi in collaborazione con Giulio Saverio Rossi e Alessandra Franetovich. Collocato nella provincia di Massa-Carrara, si avvale in ogni edizione di spazi e modalità di intervento differenti proponendo programmi di varia natura, durata e collocazione, concepiti per indagare e problematizzare il territorio. Il progetto si situa in un'area depressa della periferia italiana connotata da vicende politiche importanti, dall'impatto delle crisi finanziarie degli ultimi decenni e da una carenza di strutture per la produzione artistica, di piattaforme critiche e di luoghi per la riflessione sulle tematiche attuali. 

 

Costituito nel 2014 come festival dedicato alle arti in vivo (teatro, perfomance e musica), dal 2016 si è espanso con una programmazione di arte contemporanea caratterizzata dalla residenza d’artista e dalla realizzazione di altri eventi, tra cui mappature sonore, mostre personali e collettive, talk con artisti e curatori, e successivamente, dall'introduzione della portfolio review. Cantieri Aperti pone al centro l'incontro tra la dimensione intima e quella pubblica favorendo forme aperte di dialogo, partecipazione e collaborazione tra cittadini ed artisti, usando spazi pubblici e privati, ideando inoltre forme parallele di condivisione dalla natura extra-artistica.

 

La sezione di arte contemporanea è curata da Alessandra Franetovich e Giulio Saverio Rossi ed è strutturata attorno a dinamiche di ricerca e produzione transtoriche e transgenerazionali, e prevede la costituzione di sottocontenitori tematici, concepiti in relazione a specifici territori di indagine selezionati per il loro portato storico e culturale: il quartiere di Borgo del Ponte, dove si sono tenute le prime edizioni del festival con le operazioni di Stefano Serretta, Gaetano Cunsolo, Robert Pettena, Massimo Carozzi/Zimmerfrei; l'ex-galleria Margini di Massa al cui interno si è sviluppato il sottocontenitore Bar Equador che ha ospitato Rimpiattino, mostra personale di Giacomo Montanelli e la collettiva A local history for a global medium con autori locali da Nella Marchesini a Beatrice Meoni; il Museo Gigi Guadagnucci, con l'opera di Silvia Hell realizzata in residenza; la Cooperativa Tipolitografica Anarchica con l'opera di Daniele Marzorati nel contesto di Dispositivi inattuali. Nel 2022 ha avviato il progetto Fosforo Immortale, residenza d'artista e interventi presso la casa di Alberto Savinio a Poveromo e negli spazi di Villa Ceragioli, primo edificio realizzato su progetto di Aldo Rossi. Nel luglio del 2023 Cantieri Aperti è stato invitato a partecipare a Supercondominio 5, un progetto di mappatura e costituzione di tavolo di lavoro per spazi dell'arte contemporanea del Castello di Rivoli, Museo d'Arte Contemporanea, Torino.

 

 

Fosforo immortale 

 

La decima edizione di Cantieri Aperti prosegue il proprio lavoro dedicato all'arte contemporanea presentando il secondo capitolo di Fosforo immortale. Il progetto concepito per il contesto del quartiere Ronchi Poveromo di Massa e incentrato su Casa Savinio, la villa costruita dall'architetto Enrico Galassi (1907-1980) per l'artista Alberto Savinio (1891-1952). In occasione della nuova edizione del festival, l'abitazione dell'artista diviene lo spunto per la realizzazione di una giornata evento sul tema della casa, ospitando riflessioni che si poggiano sull'ampia letteratura prodotta dallo stesso Savinio, autore – tra le altre opere – di Casa La Vita e Tutta la vita, due opere da cui il progetto trae particolare ispirazione. Tra gli eventi, il progetto espositivo Fosforo immortale principia dalle opere inedite di Federico Cantale e Sara Ravelli, prodotte dal festival e realizzate a seguito della omonima residenza svolta dai due artisti a Casa Savinio e Villa Ceragioli, realizzata su disegno di Aldo Rossi, a cura di Alessandra Franetovich e Giulio Saverio Rossi. La residenza, svolta sul finire dell'estate del 2022 è quindi il punto da cui la progettazione curatoriale ha tratto le premesse, rendendo il tema della casa una pratica dell'abitare, sia lo spazio che il tempo, intrecciando l'esperienza del vivere il luogo con letture e approfondimenti sulla figura di Savinio, approcciati anche attraverso l'incontro con i parenti ed eredi. La giornata evento presenta quindi una programmazione scandita da un progetto espositivo e da eventi performativi, per riscoprire l'attualità dell'eredità e la seminalità dell'opera di Savinio.