Il progetto, nato come una collaborazione tra La Compagnia dei Cosi e Hypermaremma, si pone l’obbiettivo di narrare due storie emblematiche dell’isola del Giglio, lontane più di cento anni l’una dall’altra, ma entrambe in grado di raccontare i fatti che più hanno segnato l’isola, attraverso i suoi protagonisti tra fantasia e realtà, capaci di mostrare quali mutamenti socio-economici l’isola abbia affrontato in questi ultimi 150 anni.
Il primo racconto riguarda l’ultimo attacco dei pirati Turchi nel 1799 e di come tra superstizione, fede e narrazioni vernacolari gli abitanti dell’isola siano riusciti a resistere e a scacciare gli invasori.
Il secondo racconto invece ha come protagonista Eusebia, la prima contadina donna dell’isola, che nei primi del ‘900 riesce a produrre il vino più buono dell’isola e tramite la sua storia descrivere i mutamenti dell’economia del luogo che si divide tra le miniere di pirite e la riscoperta della coltura della vite.
Di Pirati e di Santi
La leggenda di San Mamiliano, patrono dell’Isola e salvatore della stessa in occasione dell’invasione dei pirati del 1799 verrà raccontata tramite un’installazione di Giulia Mangoni che avvilupperà il piccolo borgo di Giglio Castello. I vicoli della rocca verranno adornati con i festoni tradizioli dell’isola, rivisitati però dall’artista che con una miriade di piccoli dipinti svolazzanti per le strade del borgo racconterà storie di pirati, di santi, di ap- parizioni e di miracoli.
Eusebia. Una storia di donna e di vino
Il progetto partirà dalla rappresentazione teatrale curata dalla Compagnia dei Cosi in sinergia con Giulia Mangoni, che nello specifico realizzerà delle scenografie di piccole dimensioni che appariranno come una cos- tellazione di sculture pittoriche nella natura in grado di creare così un percorso narrativo nel verde per i locali e per i turisti.
La Compagnia dei Cosi realizzerà così un’opera teatrale su un testo drammaturgico composto partendo da una storia locale: la storia di Eusebia, la prima contadina donna dell’isola. Una storia novecentesca che racconta il rapporto difficile dell’uomo con la natura, di come un’intera comunità abbia basato il proprio sostentamento, per secoli, sull’agricoltura ed in particolare sulla coltura della vite: una tradizione secolare, dapprima quasi perduta che ritorna oggi sotto forma imprenditoriale.
Una donna già rivoluzionaria nel ruolo che ricopre di unica contadina, in mezzo a tanti uomini. Un’opera itin- erante lungo uno dei percorsi che in antichità portavano agli storici vigneti situati nella parte sud dell’isola ed ormai inseriti all’interno del Parco Nazionale dell’arcipelago Toscano. Azioni attoriali dal vivo, significanze dei luoghi-ambiente, installazioni specifiche di arte visiva, allestimenti leggeri e mobili, musica dal vivo potranno modularsi in situazioni di base permanenti e in accadimenti eccezionali che non escludono momenti aggrega- tivi e collettivi più simili all’evento spettacolare tradizionale.
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