SPAZIO INSTABILE è uno spazio d’arte nomade, un progetto curatoriale del collettivo Fare Mente Locale che ci invita a ripensare l’idea di incertezza, attraverso un percorso di ricerca, sperimentazione e divulgazione dell’arte proprio partendo da spazi e contesti dimenticati. Luoghi dove niente è stabilito, in cui tutto può accadere, apparentemente fermi, dove la memoria si sedimenta in attesa che la porta si apra e un colpo di vento fresco entri ad agitare le polveri del mutamento.
Fare Mente Locale invita gli artisti, che lavorano a Spazio Instabile, ad assumere un approccio spontaneo e responsabile ma allo stesso tempo audace e incoerente. L’artista a confronto con uno Spazio Instabile può e deve esplorare i propri nuovi margini e superarli, empatizzare con lo spazio fino a renderlo materia. Lo spirito del progetto prevede che l’opera nasca ed abiti nello spazio che la ospita, fino a diventarne parte, così da compiere un’azione unica, speciale e irripetibile.
Spazio Instabile è un contenitore temporaneo capace di ri-attivare uno spazio allo scopo di riportarlo all’attenzione di una comunità, una forma di passaggio che può generare altro. Il progetto di questa seconda edizione vede la collaborazione tra Fare Mente Locale e l’associazione Giallo Menta con protagonista la vecchia edicola abbandonata del quartiere le Terrazze a Siena. Con l’intervento di Clarissa Baldassarri, l’altra protagonista del progetto, si avvia per l’edicola un vero e proprio processo di rigenerazione che prevede sia il ripristino parziale del piccolo edificio, sia la sua riqualificazione come spazio a servizio della comunità. L’edicola pur trovandosi vicino ad un bar e altre attività di vario genere, è di fatto un elemento rimasto fermo, invisibile ma presente, dimenticato e abbandonato da molti anni. L’edicola ha servito la comunità fornendo carta stampata fin dai primi anni 60, poi negli anni 80 ne è stata costruita una più grande a pochi metri di distanza, anch’essa oggi non in attività.
Il progetto site-relative pensato da Clarissa Baldassarri per la piccola edicola si chiama QUOTIDIANO PER IL QUOTIDIANO. L’intento dell’artista è quello di restituire allo spazio la sua identità di “finestra” sul quartiere, in maniera che possa tornare a distribuire carta stampata alla comunità. Non più aggiornamenti su ciò che accade nel mondo, come avveniva un tempo, bensì su ciò che accade nel quartiere e saranno gli stessi abitanti, consapevolmente o meno, a creare i contenuti trasmessi.
All’interno dell’edicola sono posizionati uno o più schermi che, tramite un software simile a quelli usati dalle comunità dei sordo muti per la generazione di sottotitoli, trasmettono in tempo reale i dialoghi, le voci, i suoni, rumori e gli accadimenti che avvengono in prossimità dell’edicola, registrati da un dispositivo posto all’esterno. Dall’esterno i passanti, oltre a poter interagire con l’opera in una dinamica partecipativa, grazie alle grandi aperture vetrate disposte sui 3 lati dell'edicola possono assistere in tempo reale alle registrazioni tradotte in testo che scorrono sugli schermi all'interno. Nella progettazione dell’opera è stato coinvolto Simone Esposito, programmatore e sviluppatore, che ha codificato un software in grado di processare attraverso la registrazione del suono tutto ciò che accade intorno all’edicola per trasformarlo in testo.
Il materiale testuale fornito dal software sarà il corpo principale con il quale daremo vita ad una pubblicazione in forma di periodico, che racconti il passaggio di un tempo, scritto collettivamente, attraversando la quotidianità, in un percorso contrario in cui attraverso un’opera caratterizzata da un impianto totalmente digitale si va verso una rinnovata analogia. Il prodotto editoriale si arricchirà ad ogni uscita grazie ai contributi sotto forma di interpretazioni, disegni, fotografie, grafiche, etc, che le altre realtà coinvolte come i soci dell'Ente Nazionale Sordi di Siena, i ragazzi del Centro di Aggregazione Giovanile e l’Associazione anziani del quartiere, gli studenti del Liceo Artistico ma anche abitanti e commercianti della zona, saranno invitate ad elaborare tramite visite, incontri, interviste, etc. L'operazione di Clarissa Baldassarri, grazie ad una sensibilità non comune e alle sinergie emerse durante la fase di progettazione con i curatori, va verso la restituzione di uno sguardo sul quotidiano, per il quotidiano e nel quotidiano; una narrazione a livello locale che restituisce allo spazio edicola la propria funzione di dispensatrice in una rinnovata forma contemporanea.
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