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Annalena Benini in dialogo con Sara Marzullo | Pecci Books

14.03.2019

WEB TV / PECCI TALK



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Il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci ha inaugurato nel 2019 Pecci Books. Dialoghi con gli scrittori di oggi, la  rassegna di eventi dedicati all'approfondimento della letteratura e del giornalismo contemporanei attraverso i suoi protagonisti. Il ciclo di inaugurazione, che è partito con Alessandro Baricco il 21 febbraio per poi proseguire il 28 febbraio con Francesco Piccolo, il 7 marzo con Michele Serra, il 14 marzo con Annalena Benini per ha poi concluso il primo ciclo con Tomaso Montanari il 21 marzo 2019.

 

La scrittrice Annalena Benini al Centro Pecci ha presentato il libro I racconti delle donne (Einaudi, 20019) in dialogo con Sara Marzullo. 

 

 

Annalena Benini (Ferrara, 1975) è giornalista, editorialista e scrittrice. Dal 2001 scrive per Il Foglio, occupandosi di cultura, storie, persone e libri, e ha fondato e cura l'inserto settimanale Il Figlio. Ha pubblicato La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura (Rizzoli 2018). Per Einaudi ha curato l'antologia Racconti di donne (2019).

 

I racconti delle donne

Annalena Benini compone un canone imprevisto e contemporaneo, in cui le donne riconosceranno molto di sé e gli uomini, oggetto d'amore e di guerra, potranno specchiarsi.

Che cosa pensano le donne, a che cosa credono, quante vittorie, sconfitte, speranze e segreti hanno dentro di sé? Quanta rabbia e quanto divertimento? Fuori dal solito affresco di eroine affrante, abbandonate, sottomesse, oppure impossibili e ribelli, c'è un mondo vivissimo, sorprendente e complesso che chiede di essere raccontato, e c'è il movimento mai stanco della scrittura e dell'esistenza. È la festa della società sovversiva delle ragazze.  È un patto con la verità: non nasconderemo niente, ma è anche la scoperta di un'idea concreta, intima e spietata della realtà e della letteratura. Raccontare le donne significa raccontare una forza che all'improvviso squarcia tutto, oppure si nasconde, o cammina piano e prepara la strada a chi verrà dopo. Da Virginia Woolf a Chimamanda Ngozi Adichie, da Clarice Lispector a Patrizia Cavalli, le venti storie che animano questo libro sono prima di tutto meravigliose: con intelligenza, sincerità e ironia descrivono un mondo vivissimo e sempre in movimento. 

 

Sara Marzullo (Poggibonsi, 1991) scrive di romanzi e città per varie testate. tra cui il Tascabile e Esquire . Caporedattrice di The Architecture Player, si occupa di comunicazione per riviste e architetti.







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Ren Hang. Nudi | intervista a Cristiana Perrella

Ren Hang. Nudi

a cura di Cristiana Perrella

04 giugno —30 agosto 2020

 

Esplicito ma anche poetico, il lavoro dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è esposto per la prima volta in Italia con una selezione di 90 fotografie, accompagnate da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro. Ren Hang è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle. Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose, che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo pure, permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche. I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).


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