This website uses cookies to improve user experience and extract anonymous data about page views. For more information please refer to our cookie policy
OK



Paolo Rossi | My Triumph 10.03.2019

10.03.2019

WEB TV / PECCI TALK



share


Paolo Rossi in dialogo con Daniele Manusia ​e Emanuele Atturo ​

 

My Triumph. Vittorie, sconfitte e altre storie è una rassegna di incontri che si sono tenuti al Centro Pecci a partire dal 10 marzo 2019 per tre domeniche. Gli appuntamenti prendono le mosse dalla monumentale installazione Triumph di Aleksandra Mir, in mostra al Centro, nella quale i 2529 trofei raccolti dall’artista conservano una storia unica di fatica e successo. Il Centro Pecci ha invitato tre grandi sportivi di discipline diverse – Paolo Rossi, Jury Chechi e Christian Giagnoni – a dialogare con i giornalisti de “L’Ultimo Uomo” per raccontare la loro personale esperienza di trionfo. Perché, come cantava David Bowie, tutti possiamo essere eroi almeno per un giorno. O forse per di più. Paolo Rossi (Prato, 1956), soprannominato Pablito dal c.t. Enzo Bearzot, è ricordato per le sue prodezze nel Mondiale 1982 dove, oltre a vincerlo, si aggiudicò anche il titolo di capocannoniere. Nello stesso anno vinse anche il Pallone d’oro. Occupa la 42ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Nel 2004 è stato inserito nel FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione. È risultato 12º nell’UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d’Europa dei cinquant’anni precedenti. Insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri detiene il record italiano di marcature nei Mondiali a quota 9 gol, ed è stato il primo giocatore (l’altro è Ronaldo) ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere di quest’ultima competizione e il Pallone d’oro. /// Daniele Manusia è nato a Roma (1981) dove vive e lavora. Ha collaborato con GQ, Nuovi Argomenti, minimaetmoralia, Orwell e Rivista Studio. Per VICE ha curato la rubrica Stili di Gioco e ha scritto il libro “Cantona. Come è diventato leggenda” (Add, 2013). È fondatore e caporedattore della rivista online di sport e cultura pop l’Ultimo Uomo. Emanuele Atturo è nato a Roma (1988) dove vive e lavora. Laureato in Semiotica, si interessa di cultura pop e sottoculture. È caporedattore della rivista L’Ultimo Uomo.




WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY
Ren Hang. Nudi | intervista a Cristiana Perrella

Ren Hang. Nudi

a cura di Cristiana Perrella

04 giugno —30 agosto 2020

 

Esplicito ma anche poetico, il lavoro dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è esposto per la prima volta in Italia con una selezione di 90 fotografie, accompagnate da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro. Ren Hang è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle. Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose, che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo pure, permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche. I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).


WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY

WEB TV / PECCI CONTEMPORARY