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Andrea Tarabbia in dialogo con Damiano Afrifa presenta Madrigale senza suono

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 Andrea Tarabbia, vincitore del Premio Campiello 2019, presenta “Madrigale senza suono”, in dialogo con il pianista Damiano Afrifa. Si partirà dalla figura geniale di Gesualdo da Venosa, il celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, centro attorno a cui ruota il congegno ipnotico di questo romanzo gotico e sensuale. Come può - è la domanda scandalosa sottesa al romanzo - il male dare vita a tale e tanta purezza sopra uno spartito?

 

Per vendicare il tradimento, il principe di Venosa uccide la moglie Maria D’Avalos. Fin qui la Storia. Il resto è la nostalgia che ne deriva, la solitudine e il tormento del principe. Andrea Tarabbia trascina il lettore in un labirinto. Questa storia ci parla dritti in faccia, scollina i secoli e arriva fino al nostro oggi, si spinge fino a lambire i confini noti eppure sempre imprendibili tra delitto e genio. Con un gioco colto e irresistibile, tra manoscritti ritrovati e chiose di Igor' Stravinskij, che nel Novecento riscoprì e rilanciò il genio di Gesualdo.

 


 

 

Andrea Tarabbia è nato a Saronno nel 1978. Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi La calligrafia come arte della guerra (2010), Il demone a Beslan (2011), Il giardino delle mosche (2015; Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016) e il saggio narrativo Il peso del legno (2018). Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov. Madrigale senza suono è il suo primo romanzo per Bollati Boringhieri. Vive a Bologna.

 

Damiano Afrifa comincia lo studio del Pianoforte a 7 anni con Andrea Nesti. Prosegue gli studi presso la Scuola di Musica “G.Verdi” di Prato con Giorgio Morozzi, per poi studiare sotto la guida di Daniel Rivera presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “P.Mascagni”, con cui è al termine del percorso di studi con una tesi speculativa sull’evoluzione della formasonata nella storia. Parallelamente si laurea in filosofia col massimo dei voti e la lode con una tesi intitolata “Idee per una fenomenologia dell’esecuzione e della fruizione della musica di tradizione scritta”.

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Ren Hang. Nudi | intervista a Cristiana Perrella

Ren Hang. Nudi

a cura di Cristiana Perrella

04 giugno —30 agosto 2020

 

Esplicito ma anche poetico, il lavoro dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è esposto per la prima volta in Italia con una selezione di 90 fotografie, accompagnate da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro. Ren Hang è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle. Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose, che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo pure, permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche. I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).


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May 13—19, 2020
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May 07, 2020 5:30 PM—6:30 PM
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May 06—13, 2020
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April 23—22, 2020
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April 08—15, 2020

  • Tatjana Lightbourn, Correlate with the grey/Correlare con il grigio, performance tenuta il 28 settembre 2019, Hymmo Art Lab, Pratovecchio, Arezzo. 

     

    Foto © Alessandra Cinquemani

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