Il co-curatore della mostra, Marco Scotini, racconta The Missing Planet, mostra che integra decine di opere della collezione del Centro Pecci con altre provenienti da importanti collezioni e istituzioni italiane e internazionali, per comporre una 'galassia' delle principali ricerche artistiche sviluppate nelle ex repubbliche sovietiche tra gli anni Settanta e oggi: dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche.
«La mostra sottolinea l'aspetto di un mondo sovietico visto dal punto di vista di un mondo post-sovietico, come conclusione non soltanto dell'est ma anche di quello che è stato l'ovest. Si tratta di un percorso a ritroso, dalle ultime generazioni di artisti per arrivare alla fase immediatamente precedente la Perestroika, quando l'arte contemporanea era minoritaria e si chiamava arte non ufficiale, si mostrava in circoli ristretti, al riparo dall'ufficialità. Tutta l'arte post-sovietica ha vissuto poi dei canali occidentali. La mostra ripensa questi due momenti storici, attraverso l'entusiasmo per il "balzo verso l'occidente" dell'arte non ufficiale che però ha trovato la classica distribuzione occidentale, per cui la fase post-sovietica è stata quella di una critica molto dura, non solo la mercato ma a tutte le forme ideologiche con cui l'arte è stata ed è pensata.» Marco Scotini